RIFUGIO MONDOVI’ HAVIS DE GIORGIO

Informazioni

Tipologia: custodito
Categoria: E
Altitudine: 1.761 m
Posti letto: 61
Posti letto invernale: 6
Aperture:
dal 15 Giugno 2019 al 15 Settembre 2019.
Nei mesi di Giugno e Ottobre aperto solo nei weekend.

 

Contatti e Prenotazioni

Mario Canavese +39 335 5475807 
Telefono Rifugio: +39 0174 1976669 
E-mail: info@rifugiomondovi.com
Sito web: www.rifugiomondovi.com

Come arrivare

Dal versante Piemontese

Da Roccaforte Mondovì si prosegue fino alla Borgata Rastello. Di qui si segue l’unica strada asfaltata che risale la valle (indicata da un palo di legno). Superato il ponte Murato la strada diventa a tratti sterrata fin sotto le pendici del Monte Cars (Km 7). Di qui diventa una carrareccia sterrata fino alla porta di Piano Marchisio dove si lascia obbligatoriamente l’auto (parcheggio). Si prosegue e piedi attraversando l’ampio anfiteatro di Piano Marchisio e dopo una breve salita si raggiunge il Rifugio Mondovì, che appare stagliando la propria sagoma sulle pareti rocciose di Cima Havis De Giorgio (45 minuti).

Dal versante Ligure

Da Ponte di Nava si raggiunge Viozene e quindi Carnino (parcheggio). Dal Passo delle Saline in 3 ore si arriva al Rifugio.

La Storia

Il Mondovì fu il primo rifugio della sezione CAI Mondovì, costruito dai monregalesi su terreno donato dal comune di Roccaforte ed inaugurato nel lontano 7 luglio 1929. Il rifugio fu progettato dall’ing. Vincenzo Volpi su commissione del CAI, sotto la presidenza del Cavalier dott. Mario Lobetti-Bodoni che sposò il pensiero dell’Ingegner Emilio Cordero di Montezemolo, primo promotore della costruzione del rifugio.
Questa struttura, gestita da Giovanni Boffredo di Baracco insieme alla moglie Bettina, divenne subito meta di alpinisti piemontesi e liguri tanto che fu necessario provvedere ad un primo ampliamento negli anni 1931-34 sotto la presidenza di Bernardino Mongardi. Da allora le vicende della sezione CAI di Mondovì furono sempre più legate al suo rifugio in alta valle Ellero che al nome di Mondovì vide aggiungere quello di Havis De Giorgio eroicamente morto in Africa nel 1939, a cui fu anche dedicata la vetta che sovrasta il rifugio. Quando in seguito agli eventi bellici l’edificio andò parzialmente distrutto, la grande caparbietà di Sandro Comino, il padre dell’alpinismo monregalese, ne ripropose la ricostruzione nel 1945.
Ulteriori ammodernamenti sono stati successivamente apportati negli anni ’80 e ’90 sotto le presidenze del compianto Mario Mongardi e dell’Ing. Giuseppe Fulcheri.

Oggi, la nostra sezione, dopo aver superato molte difficoltà per la ricostruzione del Rifugio Garelli, distrutto da un incendio nella notte tra il 13 e il 14 novembre 1987 e rimesso in piedi più bello e più grande , ha di nuovo intrapreso quest’opera di ristrutturazione e ampliamento del Rifugio Havis De Giorgio – Mondovì. Un impegno notevole, che ha visto in primo piano tutta la sezione ad affrontare un progetto ardito e tecnicamente all’avanguardia. Una realizzazione che il CAI di Mondovì ha potuto affrontare grazie alla solidarietà ed alla generosità della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, che sempre ha risposto alle sollecitazioni ed alle istanze del nostro sodalizio ed alla Regione Piemonte che ha promosso e finanziato il nostro ed altri interventi di valorizzazione del territorio montano. Ora, grazie alle sinergie di questi due enti, tutta l’area di competenza sezionale, ma soprattutto le Alpi di Mondovì, potranno potenziare la propria offerta turistica per gli sport alpinistici e per le attività naturalistiche rivolte ad un’utenza sempre più proiettata verso la montagna e l’ambiente naturale.
Con i rifugi alpini Mondovì e Garelli, il territorio delle valli Ellero e Pesio si colloca tra quelli che possono offrire splendidi soggiorni in quota dove non solo le bellezze di un ambiente tutelato fanno la differenza,ma anche le strutture per il soggiorno presentano una tipologia ricettiva di prim’ordine.
Il nuovo Havis De Giorgio – Mondovì, accessibile a tutti, è anche un valido punto di appoggio per le attività speleologiche e per gli studiosi dell’ambiente carsico.